Panoramica della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro

Panoramica della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro
Vista della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro

Lavenone


8 Lavenone







Collocazione di Lavenone all’interno   della val Sabbia                                






8.A Fucina del rame

Il territorio del comune di Lavenone si estende nella zona medio alta della Val Sabbia ed è essenzialmente montuoso giungendo fino a cime che sfiorano i 2000 m, tra cui spicca la maestosa Corna Blacca.
Il centro abitato è situato sul fondo valle, alla confluenza tra il torrente Abbiocolo, che attraversa il suo territorio, ed il fiume Chiese; sue frazioni sono Presegno, Bisenzio e Vaiale, situati a 1000 m circa sul versante occidentale della valle dell' Abbiocolo.
Il nome Lavenone deriva, come altri della
zona, dal latino "labes" (frana).

 


8.A Fucina del rame.
      
    
   Confini comunali con segno             CTR, Lavenone
   puntuale del lavoro


Fucina del rame: lato sulla strada


Comune: Lavenone

Edificio: fucina del rame

Indirizzo:

Epoca:

In contrada trsabiù di Lavenone, lungo il corso del torrente Abbioccolo, era attivo fino agli anni sessanta del secolo scorso la fucina del rame della famiglia Assoni. I due frattelli Giuseppe e Pierino avevano appreso i segreti della lavorazione del rame dai loro genitori e dai nonni tenendo così viva la tradizione. Si arriva all'opificio tramite una stradina sterrata e ci si trova davanti ad una struttura imponente ed affascinante a pianta rettangolare allungata,da fuori si può subito notare il bacino di raccolta dell'acqua che veniva fatta convolgiata, tramite canale, alle ruote idrauliche che muovevano i magli.
Le ruote sono in totale una piccola e due grandi ,in condizioni di lento deperimento e abbandono ,in parte si possono ancora vedere anche i resti delle trombe idroeoliche. 
La struttura delle fucine ove si costruivano i paioli non si differenziava dalle comuni fucine. Unica caratteristica sostanziale era la silhouette della mazza del maglio che richiamava la figura di una testa di elefante.La maggior parte di queste fucine sono concentrate al nord. Nella forgia, anziché arroventare il ferro si fondevano rottami di rame. Se ne ricavavano fondelli rotondi.
Le dimensioni e la massa del fondello erano proporzionati al paiolo che ne doveva venire fuori. nIl fondello si portava ad una temperatura di circa 850 gradi ;a questo punto veniva tolto dal fuoco, messo sotto “la proboscide” del maglio e incominciava ad essere battuto. La mazza del maglio era enormemente allungata e appuntita per permettere al paiolo di innalzarsi senza che il manico del maglio fosse impedito dal bordo che pian piano s’innalzava.


Maglio ad acqua con mazza a testa d’elefante

Ruota idraulica che trasmette il movimento al maglio