Panoramica della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro

Panoramica della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro
Vista della Valsabbia all'altezza del lago d'Idro

giovedì 3 marzo 2011

LA VALLE DEL RUSCELLO VERDE


Lungo la valle del Ruscello Verde sorgevano dieci fucine. Il tratto di ruscello su cui si ergevano era così corto che, quella più a monte ,poteva udire i colpi dell’ultima,situata quasi a valle.

Dal ritmo dei magli,dagli intervalli di riposo e da tanti altri particolari-che a un esperto di rumori di fucina non può sfuggire-i fucinieri dell’una potevano supporre cosa e quanto producevano i fucinieri dell’altra fucina. In quella piccolissima valle l’acqua dispettosa rubava il verde al bosco e l’azzurro al cielo. I cuccioli dell’uomo riempivano di gridi di gioia le rive del Ruscello Verde.

Liberi,si spruzzavano dispettosamente la pelle prima di immergersi nell’acqua. Godevano maliziosi all’udire le grida di fastidio che le gocce gelide provocavano sulla pelle calda. Si eccitavano come cacciatori primitivi in cerca di necessaria preda quando,con le braccia infilate nelle tane create dai sassi del fiume,la mano incontrava la pelle viva di una trota.

In quella valle nessuno era geloso delle fortune dell’altro,e tutti si dolevano quando la cattiva sorte si abbatteva su alcuni di loro.

Quando al coro dei magli mancava la “voce”di uno solo,tutti si prodigavano,finché il concerto non riprendeva completo a proclamare la solidarietà,l’industriosità,e l’amore di tutti gli abitanti della valle del Ruscello Verde.

L’acqua , da una fucina,passava all’altra:caricava di energia la grossa ruota del maglio;creava l’aria per vivificare e rafforzare la fiamma del fuoco;dissetava,lubrificava,puliva,lavava,divertiva,dava vita a tutto il bosco e a tutta la valle.

Nulla chiedeva in cambio e,pur donando,

nulla disperdeva di se stessa.

Giù in fondo alla valle,dove fumava la fucina più grande,il flusso del torrente era più vigoroso perchè lungo il percorso,i rigagnoli che scendevano dalle piccole valli laterali si fondevano con il corso principale.

Dal Ruscello Verde;dall’agire spontaneo delle sue acque;dalla generosità che la natura riversava nelle acque di quei rigagnoli… gli abitanti di quella valle avevano impressi nel loro animo i simboli. L’amore la solidarietà,la gioia stessa di vivere,non erano viziati dal comando,erano il frutto naturale,maturato al calore di un comportamento  umano naturalmente educato,libero dal marchio delle sole istituzioni.

L’acqua va dove vuole. Ha il suo corso.

Gli uomini della valle hanno sempre cercato di abbellire e addolcire le rive del ruscello. Mai essi si sono permessi di indirizzarle dove ad essi più accomodava. Né nessuno -per portare più acqua alla sua  fucina - cercò di modificare,seppur minimamente,il corso del Ruscello Verde.

                          *    *   *

Nessuno sa dove sia la valle del Ruscello Verde .Essa esiste. Il rumore di quei magli. L’amore di quegli abitanti,le acque del ruscello,sono nella memoria di tutti. E vi è un “bip-bip” sepre vivo nel cuore di ognuno.

…Infatti sembra proprio che,riunendo tutti i “bip-bip”,sarà possibile definire una mappa che svelerà quel luogo beato,ove da sempre scorre giovane il Ruscello Verde .
Storielle umane  tratte dal
Libro "Duemila e ..non più mille"  di Enzo Bazoli